Gli ambasciatori del Parco di Stupinigi

PiemonteParchi, all’interno della sua newsletter periodica e sul sito, racconta la realtà del complesso della Fagianaia nel Parco di Stupinigi.

Qui sotto pubblichiamo l’articolo integrale.

GLI AMBASCIATORI DEL PARCO DI STUPINIGI 

Aiutare chi è svantaggiato a costruire il proprio futuro e renderlo “ambasciatore” del parco: succede a Stupinigi, dove alcuni ospiti diversamente abili imparano un mestiere e diventano testimoni dell’importanza della diversità e della biodiversità.

Alessandro Paolini

Nel Parco di Stupinigi sono stati avviati due progetti a forte valenza sociale per aiutare le persone svantaggiate ad acquisire competenze lavorative attraverso un percorso di formazione collettiva. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Il parco come terapia

Il primo progetto è quello gestito dalla Cooperativa La Testarda dal 2018, di cui abbiamo già raccontato qualche tempo fa su Piemonte Parchi e che nel frattempo è cresciuto e sta avendo risultati positivi.

“La Testarda è stata individuata dal Cisa 12, il Consorzio Intercomunale Socio-Assistenziale dei Comuni di Nichelino, Vinovo, None e Candiolo, che è convenzionato con il Parco, come gestore del progetto che abbiamo pensato di chiamare Ambasciatori del Parco” spiega Nino Tedde, educatore e responsabile.

“Dagli iniziali cinque utenti siamo arrivati ora a seguirne 23/24, di cui la maggioranza sono minori che vanno ancora a scuola: si occupano principalmente di lavori nell’orto , seguiti da un tecnico agronomo, e dell’allevamento di alcune capre. Di solito sono persone con lievi disabilità, soprattutto di tipo relazionale, che trascorrono da noi alcune ore, frequentando attività laboratoriali un paio di volte alla settimana. Ma chi non ha impegni scolastici viene anche più spesso, fino ad un periodo massimo di un anno”.

I ragazzi sono stati anche coinvolti nel recupero di alcuni locali preso la sede del parco , trasformando un magazzino in laboratorio per attività con disabili, ed hanno contribuito, con la costruzione di vasche a terra, alla realizzazione di un percorso sensoriale  , che è stato aperto al pubblico per la prima volta in occasione della Fiera di Stupinigi, lo scorso 3 ottobre .

Il prossimo obiettivo è che – durante gli eventi aperti al pubblico – siano loro a guidare i bambinie a proporre attività come laboratori di apicoltura.

“La nostra intenzione è quella di renderli veri e propri ‘ambasciatori del parco’, in grado di raccontare ai visitatori la ricchezza della biodiversità e, proprio per questo, i ragazzi seguono dei corsi tenuti dal personale del parco su flora e fauna, oltre a un altro laboratorio di web radio. Va detto che il periodo di restrizioni dovute al Covid-19 ha rappresentato un grande problema per queste persone che hanno estremo bisogno di relazionarsi con gli altri e, per questo motivo, l’attività al parco è fondamentale” conclude Nino Tedde.

“I ragazzi della ‘Testarda’ ci hanno aiutato, tra l’altro, nella sistemazione e controllo delle trappole destinate alla Osmoderma eremita” spiegano i guardiaparco Luca D’Angelo e Patrick Stocco. “Si tratta dello scarabeo eremita, che quest’anno, per la quarta volta, stiamo censendo al Parco di Stupinigi perché la sua presenza è un importante indicatore di buona salute dell’ecosistema in cui vive”

Il secondo progetto presso la Fagianaia del parco

Denominato “GenerAzioni“, è stato avviato nel 2018 dalla Cooperativa Quadrifoglio di Pinerolo, che ha un lungo rapporto di collaborazione con il Cisa 12 su progetti di disabilità.

“Abbiamo ristrutturato parzialmente gli edifici della Fagianaia, che un tempo ospitavano le uova dei fagiani poi rilasciati nel parco, riserva di caccia dei Savoia” spiega Grazia Urso, responsabile del progetto. “In seguito sono stati utilizzati come magazzini e oggi sono diventati sede di un centro diurno di formazione per persone diversamente abili. Gli ospiti sono attualmente 12, con un’età che va dai 26 anni del più giovane ai 68 del più ‘maturo’. Vivono quasi tutti ancora in famiglia e qui hanno un’occasione di lavoro che difficilmente troverebbero fuori, essendo disabili al 100%. Con noi possono mettere in pratica le loro abilità e potenzialità e imparare a lavorare insieme agli altri. Svolgono mansioni di orticoltura , assistiti da tecnici ed operatori, ma anche di falegnameria, tinteggiatura e manutenzione dei locali , pulizia delle aree verdi e attività in occasione degli eventi aperti al pubblico “.

‘area infatti, oltre all’ex fagianaia , comprende anche la country house “La dimora di Artemide” e il giardino, al cui interno è stata recentemente realizzata e aperta al pubblico un’area umida, che sono gestiti da undici anni da una ditta privata che offre la possibilità di pernottare presso l’area e organizzare pranzi e cene per cerimonie e riunioni.

“I locali possono essere affittati anche con servizio di catering e i ragazzi si occupano di preparare il tavolo e gestire il magazzino e le provviste” prosegue Urso. “In futuro speriamo di poterli coinvolgere ancora di più, ad esempio nel babysitting durante gli eventi, oppure nei laboratori con le scuole come guide e tutor. Ritengo particolarmente importante l’attività con le scuole perché aiuta a veicolare presso le nuove generazioni il messaggio che i diversamente abili hanno potenzialità importanti, che possono consentire loro di condurre una vita normale”.

“Lavoro per la cooperativa come autista e mi occupo di trasportare i compagni presso la fagianaia e riportarli a casa alla fine del servizio” racconta Andrea, 22 anni, che è un paziente assunto dalla Cooperativa di tipo B, ramo aziendale della Quadrifoglio. ” Mi trovo molto bene con il gruppo, sia ospiti che operatori, sono tutti simpatici e gentili!”

Anche Mauro, 68 anni, è entusiasta dell’iniziativa: “lavoro qui da circa due anni – racconta – e insieme ai miei compagni ci siamo occupati di rendere più belli i locali della fagianaia, arredarla, recuperare i lampadari e tinteggiare i le pareti”

Ma oltre agli ospiti ci sono anche operatori regolarmente assunti come un rifugiato del Mali che lavora come aiuto agricoltore, e un’operatrice socio-sanitaria colombiana. Un ambiente multietnico, insomma, a “trazione” femminile: le amministratrici della cooperativa sono infatti tutte donne!

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